Crostata di fragoline di Ribera
Alla crostata di fragoline di Ribera non so proprio rinunciare, sarà perché annuncia l’arrivo della bella stagione, sarà per il suo profumo e la sua freschezza ma quando cominciano ad apparire, le prime cassettine dei piccoli frutti dall’intenso colore rosso ne approfitto subito. La stagione di maturazione e raccolta è piuttosto breve va da Aprile alla prima quindicina di Giugno poi se ne parla l’anno successivo. Trascorsi questi pochi mesi per preparare la crostata di fragoline ci si deve accontentare di qualche varietà rifiorente che non sviluppa mai l’inteso sapore delle fragoline di Ribera. Purtroppo la brevità con cui appaiono sul mercato unita ai costi di raccolta alquanto elevati ne fa un prodotto che tende a scomparire. Ora è diventato presidio Slow Food e una quindicina di produttori riescono ancora a resistere all’imperante globalizzazione di merci dal bell’aspetto e di facile conservazione. Resta di conseguenza un prodotto di nicchia che mal sopporta il trasporto e che deve essere consumato nelle quarantotto ore successive al confezionamento. Il vero gelato di fragole o la vera granita di fragole però per raggiungere il top qualitativo devono essere preparati con questa tipologia di fragola che come prodotto da pasticceria viene abbattuta e congelata in modo da durare almeno per l’intera estate. Insomma si sceglie il male minore, meglio una di queste fragoline congelate che un qualsiasi altro tipo di frutto, a meno di non andare per boschi alpini e raccogliere quelle che crescono spontaneamente. Sono queste ultime fragoline selvatiche che nascono dalle piantine probabili progenitrici di quelle importate in Sicilia dai soldati tornati dal fronte dopo la grande guerra.
Crostata di fragoline di Ribera (tortiera da 23 cm)
300 di frolla cottura in bianco, per il procedimento cliccate qui, mezzo litro di latte, due tuorli, 70 g maizena, 140 g zucchero, qualche goccia di estratto di vaniglia o una stecca, , 250g di panna fresca, fragoline qb
Per prima cosa preparate la frolla seguendo passo passo il procedimento che ho indicato prima, unica variante il tempo di permanenza in forno, col mio tenendolo a 180° ho dovuto aumentare di cinque minuti la seconda cottura. È una frolla croccantina ma insomma regolatevi voi se avete qualche altra ricetta sperimentata per la cottura in bianco, non impiccatevi a questa. Lasciate riposare la frolla in frigo in modo che si possa assestare una mezz’ora poi, stendetela e rivestite la teglia da crostata ben imburrata e infarinata.
Preparate la crema pasticcera seguendo i normali canoni. Montate i tuorli con lo zucchero e scaldate il latte con l’estratto di vaniglia. Poi ponete il composto di tuorlo e zucchero in una casseruolina dal fondo spesso fate prendere calore unite una piccola quantità di latte aromatizzato e ancora caldo in modo da fluidificare il composto. Aggiungete il resto del latte mescolate in modo da amalgamare i vari ingredienti e poi aggiungete setacciando la maizena. Cuocete a fiamma bassissima sempre girando con una frusta fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Fate raffreddare la crema e poi unite la panna ben montata. Con la dose di zucchero che vi do io la panna non l’addolcisco e a mio gusto il risultato è azzeccato, più zucchero renderebbe la farcitura stucchevole.
Dopo la cottura sformate la frolla e posatela sul piatto di servizio.
Stendete un bello strato di crema e completate con le fragoline.
Lasciate raffreddare in frigo almeno 3-4 ore e servite guarnendo con poca polvere di pistacchio.
In abbinamento ci sarebbe voluto un buon Brachetto d’Aqui, io mi sono arrangiato con un Prosecco Superiore Dry Cantine Merotto e tutto sommato l’accostamento s’è rivelato più che accettabile.
Ps. Con le dosi date la crema viene un po’ abbondante io ne ho ricavato 3 ciotoline da gustare a parte magari con qualche biscottino al cioccolato