Torta di mandorle friabile
Sempre seguendo il filo dei ricordi vi propongo questa torta di mandorle la cui ricetta gira in famiglia da tre generazioni. Quando circa cinquant’anni fa i miei nonni e i miei genitori arrivarono in Sicilia dal veneto, furono costretti a mutare abitudini alimentari. Si trovarono di fronte tanti nuovi sapori e tante cose buone ma anche qualche difficoltà. Uno degli scogli da superare fu il gusto della carne totalmente diverso da quello cui tutti noi eravamo abituati. All’epoca la grande distribuzione non era ancora sviluppata come adesso per cui si doveva far necessariamente visita al macellaio sotto casa che in massima parte vendeva tagli locali. La conseguenza fu che di carne se ne consumava pochina e la mia nonna materna iniziò a preparare molti dolci per completare al meglio i pasti . Era tutto un altro modo di vivere e di alimentarsi, per intenderci pranzo e cena erano composti da primo, secondo, contorno poi frutta o dolce, oggi tendenzialmente manca il tempo e si fa molto più caso alle calorie, però di quegli anni m’è fortunatamente rimasto un bel bagaglio di valide ricette. La torta è molto buona ha una superfice quasi meringata e un interno friabilissimo e un po’ slegato. Se la preparerete, vi converrà lasciarla freddare dentro lo stampo a cerniera e consumarla dopo ventiquattro ore in modo che possa assestarsi al meglio. La superficie presenterà sicuramente delle crepe e tagliare delle fette regolari sarà molto difficile, però il sapore ripagherà questi “difetti” insiti al tipo d’impasto senza lievito e farina.
Ingredienti per una tortiera da 20 cm profonda 6 cm: 400 g di mandorle di cui 300 g sgusciate e 100 g totalmente spellate, 230 g di zucchero, la buccia di un limone grattugiata, succo di limone qb, quattro uova, una noce di burro e poca farina per lo stampo.
Tritate al pimer le mandorle senza ridurle in polvere, date dei brevi impulsi in modo che si frantumino senza emettere l’olio contenuto e lasciate dei pezzi grossolani che si possano sentire sotto i denti.
Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve fermissima con poche gocce di succo di limone.
Sbattete i tuorli con lo zucchero fino a renderli bianchi e spumosi poi unite la scorza di limone, metà delle mandorle, metà degli albumi e amalgamate in un’ampia ciotola.
Di seguito aggiungete il resto delle mandorle e degli albumi mescolando con una spatola fino a creare una massa omogenea.
Versate tutto nello stampo a cerniera. Vi conviene vista la fragilità della torta rivestirne il fondo con carta forno e imburrare in maniera abbondante e infarinare bene tutto il bordo.
Cuocete con forno ventilato ponendo la teglia a metà altezza ad una temperatura di 160°. Dopo 45 minuti controllate con lo stecchino e se esce ancora umido lasciate cuocere un’altra decina di minuti. Spegnete e lasciate freddare in forno ma le crepe sono quasi impossibili da evitare.
Dopo 24 ore (meglio 48 per fette più regolari tanto il dolce resta molto morbido) di riposo servitela facendo molta attenzione nel taglio delle fette e spolverate di zucchero a velo. Ottima l’aggiunta di una pallina di gelato al caffè.
Un vino passito è la migliore soluzione per accompagnare questa torta io ho scelto Ben Ryè – Passito di Pantelleria D.O.P.